Atlante del Patrimonio Immateriale
VERSO UN ATLANTE DEL PATRIMONIO IMMATERIALE DEL CASENTINO E DELLA VALTIBERINA
Il progetto è stato attivato nell’ambito della STRATEGIA NAZIONALE PER LE AREE INTERNE, un’azione portata avanti di concerto da Stato e Regioni con l’obiettivo di invertire e migliorare le tendenze demografiche in atto e avviare processi di sviluppo di aree “marginali” ma dal forte potenziale in termini di risorse culturali ed ambientali.
I territori del Casentino e della Valtiberina sono stati accorpati come unica area di intervento.
In seguito ad una serie di incontri e verifiche è stato messo a punto un piano programmatico con una serie di azioni specifiche, tra cui il progetto dal titolo: LE COMUNITÀ EDUCANTI DEL CASENTINO VALTIBERINA: PATRIMONIO IMMATERIALE, SVILUPPO SOSTENIBILE E OPPORTUNITÀ FORMATIVE PER I GIOVANI DEL TERRITORIO.
L’Unione dei Comuni Montani del Casentino, attraverso la struttura del Centro Servizi dell’Ecomuseo è stata individuata come il soggetto realizzatore/coordinatore dell’intervento. Un primo modulo del progetto, di durata quadriennale, riguarda la costruzione di un ATLANTE DEL PATRIMONIO IMMATERIALE DEL CASENTINO E DELLA VALTIBERINA ispirato alla Convenzione UNESCO del 2003 e alla Convenzione di Faro.
Il progetto si propone di rinsaldare i legami di appartenenza tra le giovani generazioni ed il loro territorio in un’ottica proattiva nel quale i valori e le specificità locali, a rischio di scomparsa, siamo letti ed interpretati creativamente per contribuire ad una loro trasmissione e ad uno sviluppo consapevole e sostenibile del territorio.
Il progetto “Atlante” produrrà una piattaforma web, in fase di realizzazione, in dialogo con il territorio, che favorisca l’emergere delle sue esperienze e conoscenze, coniugando l’identificazione dei temi e degli elementi del patrimonio culturale immateriale territoriale, con l’identificazione degli attori (scuola, comunità di pratica, associazioni, singoli individui, gruppi informali), che dovranno garantire con le loro conoscenze, pratiche ed esperienze e, attraverso la loro partecipazione attiva, la sostenibilità del sistema.
L'Atlante ed il processo ad esso collegato, rappresenta uno strumento formativo-educativo per le scuole e per gli abitanti, un'occasione di collaborazione (e valorizzazione) per tutti gli attori coinvolti a livello territoriale, ma anche un "contenitore di risorse e potenzialità" per l'attivazione di percorsi legati al turismo esperienziale sostenibile, proponendo percorsi ed incontri tra la reale/potenziale clientela turistica e gli abitanti del territorio (tradizioni, ritualità, saper fare, ecc.).
Dall’anno scolastico 2018/19 sono stati coinvolti insegnanti di tutti gli istituti comprensivi dei due territori e sono stati selezionati dieci giovani con la funzione di tutoraggio al lavoro delle classi, in un percorso formativo realizzato in collaborazione con esperti. In seguito sono partite la sperimentazioni con l’attivazione di lavori di ricerca-azione dedicati all’individuazione e approfondimento di particolari aspetti del patrimonio locale.
Durante il periodo di lock down in seguito ad un incontro a distanza dal titolo “A Cavallo dell’Appennino” Un Tavolo rituale sulle ritualità tradizionali invernali e primaverili tra Casentino, Valtiberina, Toscana e Valdisieve, è stato attivato uno specifico lavoro di censimento e approfondimento, con il coinvolgimento dei gruppi e delle associazioni attivi sul territorio, dedicato proprio al tema delle ritualità tradizionali (già oggetto di attenzione a valorizzazione da parte dell’ecomuseo) a cura dell’Associazione La Leggera.
Il progetto, inoltre, è al centro di uno specifico Protocollo d’intesa per la disciplina dei rapporti fra Regione Toscana ed Unione dei Comuni Montani del Casentino– Ecomuseo del Casentino per lo sviluppo di percorsi di ricerca e salvaguardia del patrimonio immateriale
L’ATLANTE DEL PATRIMONIO IMMATERIALE come strumento PER FARE COMUNITA
ESPERIENZE IN CASENTINO E VAL TIBERINA
Valentina Lapiccirella Zingari, giugno 2023
Dal 2018, la Strategia Aree Interne ha finanziato, in Casentino e Valtiberina, un progetto strategico che mette insieme l’identificazione e la conoscenza del patrimonio immateriale – oggi definito patrimonio vivente – con la trasmissione di questo patrimonio alle future generazioni, attraverso un coinvolgimento attivo delle scuole delle due valli, del mondo associativo e del tessuto produttivo. Come raccontare oggi questo progetto in modo da comunicarne, in maniera efficace e concreta, tutto il suo valore e potenziale per il futuro? Perché più che un progetto - l’Ecomuseo del Casentino insieme a tanti e diversi partners che hanno contribuito a questo cantiere - ha costruito le fondamenta di un processo a lungo termine. Un processo che la Regione Toscana e il Ministero della Cultura – con l’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale (ICPI), l’Università di Firenze, la Società Italiana per la Museografia e i Beni Demoetnoantropologici (SiMBDEA) - riuniti in Casentino l’11 Febbraio 2023 per il convegno Patrimoni Educanti, hanno riconosciuto come esperienza pilota a livello regionale e nazionale.
Ci vuole tempo per fondare un processo a lungo termine, e il Casentino con l’Ecomuseo ha iniziato a sensibilizzare al valore delle tradizioni locali per lo sviluppo del territorio già molti decenni fa insieme alla la Banca della memoria e il CRED. Il progetto Atlante/Comunità educanti è partito nel 2017, con un corso di sensibilizzazione alle scuole del territorio che ha insistito sul rapporto stretto e profondo da patrimonio vivente e sviluppo sostenibile. È stato emozionante raccogliere l’interesse degli insegnanti nel momento in cui hanno condiviso il carattere innovativo del progetto, pur mettendone in luce la continuità con attività già svolte o in corso. Viviamo in una fase storica in cui forte è il bisogno e l’urgenza di costruire legami solidi ed inclusivi con le proprie comunità, composte da antichi e nuovi abitanti, condividendo tradizioni, esperienze e progetti di futuro.
Quali gli aspetti chiave del processo?
- Sono stati formati dei giovani ricercatori, “tutor territoriali” che hanno fatto e stanno facendo da ponte tra le scuole, le associazioni e i gruppi locali (le “comunità” nel linguaggio della Convenzione UNESCO per la salvaguardia del patrimonio vivente, nostra principale normativa di riferimento insieme con la Convenzione di Faro del Consiglio d’Europa).
- In un costruttivo dialogo tra i giovani tutor e le “comunità patrimoniali” – intese come reti di persone e gruppi che attribuisce e valore a determinati elementi del patrimonio locale, sono state co-redatte delle schede del patrimonio immateriale, oggi caricate su una piattaforma web dedicata, che ha una funzione di inventario del patrimonio locale (https://patrimonieducanti.it/atlante-patrimonio-immateriale/inventario/). Le comunità di praticanti e detentori sono al cuore di una più ampia comunità patrimoniale, come racconta l'immagine in allegato.
- Identificare e raccontare questo patrimonio con immagini e parole che descrivono le tante attività di patrimoni viventi sul territorio – nella piattaforma “atlante del patrimonio immateriale” - ha contribuito a prendere consapevolezza della necessità di andare oltre.
- Sono nate e stanno nascendo – attraverso dei patti di comunità, delle comunità patrimoniali tematiche (la prima è la “comunità delle ritualità tradizionali”, riunita a Poppi per la prima volta nel XXXX). Sono queste comunità che dovranno (continuare a) prendersi cura del futuro di questo patrimonio vivente, lavorando perché questo diventi sempre più fermento vivo del territorio.
- Queste comunità – fondamentali per la cura dei patrimoni viventi e la progettazione di sempre nuove attività strettamente collegate allo sviluppo sostenibile del territorio - sono tra loro riunite in un più ampio patto educativo territoriale, cornice e strumento di una strategia a lungo termine che trasforma il patrimonio in chiave per aprire le porte del futuro. Chiave per uno sviluppo economico fondato sul rispetto dell’ambiente naturale e socioculturale di questo territorio.
- Tramite questo processo e con questi strumenti, che mettono insieme le politiche, le istituzioni e le comunità locali - il Casentino è impegnato a progettare il proprio futuro.