Stand Up for Africa

Stand Up for Africa

L'ARTE CONTEMPORANEA PER I DIRITTI UMANI

Il progetto, a carattere pluriennale, ideato dall’Hymmo Art Lab di Pratovecchio, con la cura di Paolo Fabiani, viene promosso dall’Unione dei Comuni Montani del Casentino, in partenariato con una serie di soggetti pubblici e privati, nell’ambito delle attività dell’Ecomuseo del Casentino. Obiettivo centrale dell’iniziativa è quello di proporre l’arte contemporanea, nelle sue diverse espressioni, quale strumento di azione sociale, mezzo universale  per sensibilizzare, promuovere e formare il territorio ai temi dei diritti umani, dell’accoglienza e della convivenza ma anche della conoscenza e valorizzazione dell’eredità culturale locale.

Altri obiettivi specifici del progetto sono:

- promuovere e sviluppare la creatività giovanile (studenti-artisti) proponendo loro il confronto con temi di particolare valenza socio-culturale (diritti umani) calati in un contesto concreto, quello del Casentino.

- incentivare la formazione e la sensibilizzazione del pubblico (territorio in primo luogo) sia sui linguaggi dell’arte contemporanea che sui temi trattati attraverso diversificate modalità d’intervento che di anno in anno trovano modalità diversificate (laboratori residenziali, mostre, performances, incontri con le scuole, tavole rotonde, momenti di socializzazione…)

EDIZIONE 2016

Curatore: Giandomenico Semeraro

Attività realizzate

- laboratorio residenziale e mostra di opere di 10 studenti dell'Accademia di Belle Arti di Firenze realizzate con il concorso ed il coinvolgimento diretto di un gruppo di migranti presenti nel territorio: STAND UP FOR AFRICA

- mostra fotografica di 10 rifugiati CLICK TO REMIND con foto recuperate dai loro cellulari che hanno consentito di restituire brani significativi del loro vissuto: la famiglia, il contesto sociale di provenienza, il viaggio…

- mostra di artisti senior presso il Castello di Poppi UBUNTU

- momento di festa (CHI HA PAURA DELL’UOMO NERO?) sulla rilettura delle tradizioni e della storia locale alla luce del presente presso l’Ecomuseo del Carbonaio dove si è svolta anche la tavola rotonda: MIGRAZIONI DI IERI E DI OGGI.

- laboratori ed azioni educative condotte presso le scuole del territorio ricorrendo agli strumenti ed ai linguaggi dell’arte contemporanea

- momenti di socializzazione (spettacoli e concerti) incentrati sui temi del progetto

EDIZIONE 2017

What Lies Beneath. Le verità Nascoste.

Curatela a cura di Serena Becagli e Rita Duina


Nella seconda edizione,  i giovani artisti selezionati, Giuseppe Di Carlo, Alice Ferretti / Leonardo Moretti, Guerrilla SPAM e Gianluca Tramonti, hanno lavorato in alcune località del Casentino (rispettivamente Badia Prataglia, Faltona, Montemignaio, Pratovecchio-Stia), fianco a fianco con alcuni ragazzi e famiglie di rifugiati e abitanti autoctoni, dando vita a una divertente e istruttiva riflessione sul territorio e sulle relazioni che il linguaggio dell'arte può innescare, superando barriere linguistiche e ideologiche. I prodotti dei vari laboratori sono stati al centro di una mostra collettiva presso l'Hymmo Art Lab di Pratovecchio.
Recita così la Dichiarazione d'Intenti presentata sotto forma di comunicato dagli organizzatori: "Lʼobiettivo dellʼintero progetto non è quello di fare demagogia sul tema dellʼimmigrazione, né di strumentalizzare, a fini artistici, la problematica dellʼintegrazione. In tutta sincerità, abbiamo agito, seppur con lʼingenuità dei neofiti a una pratica, per creare momenti di scambio tra la realtà dei vecchi e nuovi abitanti del Casentino, perché crediamo che lʼarte sia un ottimo pretesto per lavorare insieme, in modo ludico ma anche spaventosamente serio, per abbassare le difese e interrompere, anche solo per un paio dʼore, i pregiudizi di cui ci nutriamo quotidianamente. Conoscere lʼAltro è il primo passo per non averne più paura, per empatizzare e capire meglio visioni apparentemente inconcepibili. Non siamo e mai saremo gli dei etruschi o le divinità africane di cui abbiamo a lungo parlato in questi giorni, capaci di invertire con un batter di ciglia processi radicati nellʼanimo umano. La frustrazione di non potere fare di più e di meglio ci ha accompagnato costantemente durante la realizzazione del progetto: lavorare con realtà diverse, associazioni, popolazione locale, migranti, è fonte di grandi soddisfazioni come anche di enormi difficoltà. Il Casentino ha rappresentato per noi che abbiamo lavorato allʼorganizzazione dellʼintero progetto, nella sua complessità, la prima grande verità nascosta, che si è svelata ai nostri occhi come luogo ricco di capitale umano."

EDIZIONE 2018

Natura Naturans - Arte, Natura e Spiritualità

Residenza a cura di Pietro Gaglianò


La terza edizione di Stand Up for Africa, il progetto ideato e diretto da Paolo Fabiani e Rossella Del Sere in Casentino, ha ancora una volta portato le emergenze umanitarie, le crisi geopolitiche e le dolorose questioni sul destino dei migranti in uno spazio di dialogo e comprensione, sotto il segno dell’espressione artistica. Nel corso della residenza i sei giovani coinvolti sono stati guidati nei luoghi simbolo del territorio casentinese, contrassegnati da una natura incantata, da una tradizione di profonda spiritualità e dalla grazia dell’arte, per trovare in questa esperienza il terreno comune sul quale nascono le opere e i progetti presentati nella mostra curata da Pietro Gaglianò.

Incontri, visite ai siti storici, escursioni nella natura, ma anche momenti di quotidiana condivisione, a volte a dispetto delle barriere linguistiche, si sintetizzano in una serie di opere, con diversi linguaggi e diversi medium, che indagano il senso arcano di una Natura naturante: una natura creatrice che, secondo le sensibilità dei singoli, si estende come divinità, come forza primitiva, o come lo scandalo dell’arte. E qui, in questa dimensione, nell’offerta senza pegno che l’arte porge al mondo, si sono depositati i giorni e le esperienze di questo incontro.

EDIZIONE 2019

Human Behavior - arte per un comportamento umano

Residenza a cura di Pietro Gaglianò 


Il comportamento umano e la dimensione della responsabilità individuale hanno guidato la quarta edizione del progetto. Sono state messe al centro della riflessione artistica le azioni che contraddistinguono l’essere umano, che lo fanno vivere in empatia con gli altri e con la natura, per il bene comune, per un’apertura della visione individuale a favore di una visione collettiva, altrimenti spinta verso il collasso da un asfittico dominio.

Per coinvolgere direttamente il territorio e le suole in particolare, intorno ai temi delle migrazioni e del confronto culturale, è stata ideata una mostra itinerante NOMAD ART SPACE in sono state esposte sette opere realizzate per l’occasione dai giovani artisti coinvolti nelle edizioni precedenti. In corrispondenza di ogni tappa della mostra sono stati attivati laboratori per bambini sul tema delle migrazioni. 

Altre attività che hanno caratterizzato questa edizione: la proiezione del video di Filippo Berta, Homo Homini Lupus, a Moggiona, Poppi (AR) e la restituzione del lavoro, attraverso alcune video-installazioni, di Cesare Baccheschi, La Cura – Il bello degli altri, sette interviste a chi sul territorio si dedica agli altri. Di seguito i link alle sette video-interviste realizzate:

Avis:  https://youtu.be/3hyPqKuCwxI
Babbo Natale :  https://youtu.be/ne_URN2YI4Q
Alterini:  https://youtu.be/wwDd-jzdJKY
Casentino Senza Frontiere:  https://youtu.be/VQYkRXBVsYw
Crocerossa:  https://youtu.be/CKyrFhoY8Io
Nannucci:  https://youtu.be/3V3Wl0eKUQk
Misericordia:  https://youtu.be/fZzu-YHbe3c

EDIZIONE 2020

Lontano Da

La V edizione di Stand Up For Africa, arte contemporanea per i diritti umani, mantiene il proprio obiettivo di creare con l'arte contemporanea uno spazio di incontro per l'inclusione sociale, l'analisi e la comprensione dei fnomeni migratori. Il tema principale attorno al quale si aprono le riflessioni dell'intera edizione SUFA 2020 è la percezione della distanza, sia quella di chi ha lasciato la propria tessa per emigrare sia quella quotidiana che viviamo a causa delle misure sanitarie. Sulla distanza, sul desiderio di ritorno e sulle possibilità della condivisione della comunicazione su altri piani sono incentrate tutte le attività di questa edizione.

Anche quest'anno, pur nelle condizioni imposte dalla crisi sanitaria, è stata mantenuta la forma della residenza d'artista a cura di Pietro Gaglianò. Due giovani artisti italiani Matteo Coluccia e Caterina Shanta, che non hanno mai visitato il Casentino, entrano in contatto con due tutor di origine africana Mouhamed Yaye Traore e Dominion Ogieva, ora di base nella provincia di Arezzo.
La residenza è stata in remoto: gli artisti, dalle loro sedi (Puglia e Friuli Venezia Giulia), sono stati guidati dai tutor alla scoperta del territorio con l'uso di video, foto, dirette, interviste ai residenti, che hanno collaborato alla raccolta di materiali attraverso un gruppo social. Ne sono nate due opere video create con i materiali raccolti e con altri creati dagli artisti che verranno proiettate sulle facciate di edifici in Casentino nel corso di alcuno serate e trasmesse in diretta web.
Il progetto vuole dare vita a una narrazione collettiva del territorio casentinese, veicolato dallo sguardo dei suoi nuovi abitanti. Verranno coinvolti abitanti di Pratovecchio, studiosi,n responsabili del Parco delle Foreste Casentinesi, della Banca della Memoria, ospiti e professionisti di Siproimi, che ospita migranti nella provincia di Arezzo. Inoltre, viste le difficoltà correnti, il progetto vuole dare un sostegno ai giovani artisti e ai giovani migranti. Il Casentino è un distretto sociale e culturale che si sta dimostrando fortemente inclusivo verso questi ultimi.

Tuttavia rimane molto importante creare uno spazio in cui vecchi e nuovi abitanti possano incontrarsi e riconoscersi come collettività. Con base a Pratovecchio Stia, SUFA, progetto ideato da HYmmo Art Lab (di recente costituitasi associazione) opera in questo contesto da alcuni anni mettendo in contatto le varie comunità con una presenza trasversale per quanto riguarda l'età e i retroterra culturale. Da secoli terra d'arte, il Casentino ha in realtà pochi spazi per la promozione del contemporaneo e SUFA rappresenta una realtà di connessione e di rilancio.

OVUNQUE TU SEI

Ovunque tu sei nasce dalla collaborazione tra Caterina Shanta e Mouhamed Yaye Traore. Il video, diretto da Shanta, si compone con le interviste e le riprese realizzate da Yaye (con unico mezzo il cellulare e le tracce audio registrate attraverso Whatsapp).
Una semplice domanda guida tutto il lavoro video: "Qual è il tuo film preferito e perchè?"
Emerge un ritratto generazionale, degli amici di Mouhamed, ma anche il punto di vista di chi riprende e che viene visto nell'atto della ripresa. L'immaginazione e le storie narrate si calano nella realtà e ne cambiano il senso. Rimandano a grandi tempo quali la migrazione, la lotta per i diritti delle minoranze, la lotta per avere uno spazio dell'immaginazione, la lotta per il diritto di immaginarsi altrimenti o altrove

I ONLY RELAX WHEN THINGS GO ACCORDING TO PLAN

I only relax when whings go according to plan è un video composto da un racconto inventato, felice, stereotipato, ideale e fintamente reale che descrive l'attuale condizione di un migrante nigeriano in Italia.
Matteo Coluccia e Dominion Ogieva hanno lavorato insieme alla realizzazione di questo lavoro, dove la traccia audio è una registrazione della voce di Dominion che narra la sua biografia e scandisce l'intera durata del filmato. L'immagine iniziale, che parte contemporaneamente con il racconto, presenta delle labbra che in sincrono seguono le parole pronunciate da Dominion. Mentre la sequenza scorre, ritmata dal suono delle parole e dai movimenti dei muscoli facciali, la telecamera si allontana dalle labbra e rivela allo spettatore le fattezze del narratore: una bambina. La camera continua il suo allontanamento dal punto di partenza rivelando successivamente il paesaggio alle spalle della bambina: il Casentino. Continuando con lo zoom out la ripresa svela la natura scenografica del paesaggio alle spalle della bimba, composto da un fondale sorretto dai treppiedi. A questo punto l'audio va fuori sincrono diventando una voce fuori campo: due figure entrano in scena e smontano il set, la bambina continua a recitare fino alla fine del copione, infine esce di scena e nell'inquadratura restano solo una sedia e una campagna arida scaldata dal sole. Attraverso la tecnica del piansequenza e del doppiaggio il video tenta di evidenziare la complessità del rapporto con i fatti reali, rivelata dalla successione dei piani all'interno della scena e l'esercizio di un'egemonia narrativa praticato da un sistema, che richiede "all'altro" di rimuovere alcuni aspetti biografici e di confermare i restanti alla fiction di stato, in cambio del riconoscimento di alcuni diritti.

EDIZIONE 2021

Farsi Spazio

Arte e colonialismi


Stand up for Africa ha dedicato il progetto della sua VI edizione, a cura di Pietro Gaglianò, alla possibilità di trasformare le barriere in passaggi e le macerie dei muri in ponti. Questo concetto è centrale in tutta la storia di Stand Up for Africa che dall’inizio della propria attività ha investito le sue energie nel tentativo di aprire strade: per i giovani migranti, per gli artisti e le artiste coinvolte, per gli abitanti delle comunità del Casentino.

Uscendo dalla metafora il concetto si fa linguaggio e pratica vera e propria nel progetto ideato da Paolo Fabiani, fondatore con Rossella Del Sere di SUFA, nel cuore del centro storico di Pratovecchio, nell’antico Oratorio della Misericordia in Piazza Jacopo Landino, messo generosamente a disposizione dalla Confraternita di Misericordia di Pratovecchio. L’Oratorio e i suoi annessi si sono trasformati temporaneamente in una piattaforma di azioni, laboratori, incontri. Qui Fabiani, nella piazza antistante, ha riallestito Place (opera realizzata nel 2005 durante Pitti Immagine, alla Fortezza da Basso, Firenze), per creare una connessione tra pubblico e privato, tra architettura e natura, tra artificio e invenzione: una vasta pavimentazione a moduli, attraversata da fontane, sculture e sedute, ha unificato idealmente i due spazi della piazza e del giardino. Una porzione è stata allestita anche in Piazza Jacopo Landino ricucendo così, attraverso interventi site specific, alcune dinamiche forse dimenticate legate al mutuo soccorso e alla collaborazione reciproca.

Su questa piattaforma, tra il 19 e il 24 settembre, sono intervenuti due artisti di base in Italia per dare vita a laboratori aperti agli ospiti del SAI e ai cittadini di Pratovecchio Stia. Jonida Xherri, albanese, e Zgjim Zyba, il kosovaro, sono a loro volta giunti in Italia da alcuni anni, arrivati per studiare e poi rimasti qui a contribuire alla crescita sociale e culturale di questo paese. Gli esiti dei laboratori e Place sono stati esposti fino al 2 ottobre.

SUFA 2021 ha aperto così lo spazio per una nuova riflessione sui temi della migrazione che si è completato, il giorno conclusivo, con un incontro intitolato Colonization, n’est pas un jeu strategique, tenutosi nell’ ex Monastero delle Suore Domenicane, in piazza Jacopo Landino.

Stand up for Africa 2021 è stato realizzato dall’associazione culturale HYmmo Art Lab insieme all’Unione dei Comuni Montani - Ecomuseo del Casentino, con il contributo della Regione Toscana – Bando Toscanaincontemporanea – Giovani Si, del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi Monte Falterona e Campigna, Comune di Pratovecchio Stia, Rete SAI, (sistema, accoglienza, immigrazione, ex Siproimi) e con la collaborazione della Venerabile Confraternita di Misericordia di Pratovecchio, di Casentino Senza Frontiere, dell’Istituto Comprensivo Alto Casentino e del Comune di Poppi.

EDIZIONE 2022

Cantastorie

Raccontare le migrazioni


a cura di Pietro Gaglianò

IL PROGETTO

È possibile davvero raccontare le migrazioni, restituendo i tempi dell’addio, del viaggio, degli arrivi, dell’attraversamento dei luoghi? È questo il tema che è stato al centro della VII edizione di Stand up for Africa, a cura di Pietro Gaglianò, che ha osservato questa possibilità attraverso lo sguardo di due artisti afrodiscendenti:

Maurice Pefura (nato a Parigi nel 1967 da genitori camerunensi, vive e lavora tra Milano e Parigi) architetto di formazione, orienta la sua ricerca sul rapporto tra corpo e spazio, quello privato interiore ma anche lo spazio fisico che siamo chiamati a condividere con gli altri, concentrandosi in particolare sulle periferie delle metropoli occidentali.

Zakaria Mohamed Ali (regista somalo, rifugiato in Italia dal 2008). ha lavorato come libero professionista in Somalia durante la guerra civile. Per il suo lavoro ha rischiato più volte la vita e nel 2007 ha lasciato il suo paese, arrivando in Italia, attraverso il Mediterraneo, nel 2008

L’azione principale di Sufa 2022 è stata, come sempre, un progetto di residenza per giovani artisti attivi in Toscana: i 4 artisti, selezionati sono stati guidati in un percorso di approfondimento sulla rappresentazione dei conflitti e di produzione di un’opera. Gli artisti invitati sono stati: Giovanni Bonechi, Gianluca Braccini, Gianluca Tramonti, Apo Yaghmourian.  A guidare il percorso sono stati gli organizzatori e il curatore. Tutor speciale è stato l’ospite Maurice Pefura  che oltre al percorso condiviso con gli artisti, ha dato vita anche a un’installazione site specific che è stata presentata al pubblico, parallelamente alla restituzione degli esiti della residenza laboratorio.

Cesare Baccheschi, regista e videomaker ha realizzato un video documentario riferito ai laboratori e alla residenza artistica. (VIDEO)

Un secondo modulo del progetto SUFA 2022 ha coinvolto Zakaria Mohamed con la realizzazione di una giornata di approfondimento sul suo lavoro con proiezione di alcuni video con la presenza di Federico Triulzi, Archivio Memorie Migranti di Roma (www.archiviomemoriemigranti.net) con cui Sufa ha inaugurato quest’anno il partenariato.

Infine è stato realizzato di un momento di confronto e dibattito (sotto forma di “world cafè) dedicata al futuro del progetto (SUFA domani) con la partecipazione di artisti, amministratori, collaboratori, rappresentanti di associazioni per tracciare nuove prospettive di lavoro.

EDIZIONE 2023

Il progetto SUFA nel corso di questi anni ha stabilito una propria specificità nel rapporto con comunità di migranti e singoli artisti, perfezionando e via via ampliando l’orizzonte delle proprie azioni, sempre alla convergenza tra arte contemporanea e diritti umani. Quest’anno, pur ribadendo l’importanza di mantenere alto il dibattito sulla provenienza subsahariana di un cospicuo numero di migranti, si apre lo spazio di confronto a questioni, persone e artisti di altre nazionalità.

La presenza della rete ecomuseale con il suo portato fatto di presidi territoriali, collaborazioni e contatti, costituisce inoltre un elemento di forza e una solida infrastruttura operativa per l’incontro tra proposta artistica e territorio.
La prima azione è affidata a Marina Arienzale (1984, artista e fotografa, vive e lavora a Firenze), a cura di Pietro Gaglianò. L’artista propone un progetto in cui sviluppa una ricerca in corso sulla percezione del paesaggio, da parte delle persone. Il paesaggio, in particolare, è quello sottratto alla vista di chi si trova nello spazio pubblico: scorci visibili dalle finestre e dai balconi di case private, in edifici che fungono da cortina architettonica. Alla ricerca di questi scenari (che possono essere anche visioni domestiche o urbane, non necessariamente rurali) l’artista entra nelle case delle persone e dialoga con loro, incontrando vecchi e nuovi abitanti e creando una topografia meticcia. Spazio pubblico e punti di vista provati, sguardi ancorati alla tradizione e percezioni inedite di chi arriva da lontano si compongono in una serie di opere che prevedono l’uso di fotografia, video e altri medium.
La seconda azione vede protagonista Fargo (pseudonimo di Emanuel Carfora, 1983, artista visivo e mediatore culturale, vive e lavora a Firenze), impegnato nella produzione di un’opera permanente di pittura murale negli spazi rinnovati dell’ex ospedale di Poppi, anche questa a cura di Pietro Gaglianò.
Questo modulo artistico si inserisce in maniera complementare rispetto alle azioni previste dal bando “Spazi Attivi” promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze concentrate appunto nel costituendo spazio CU.RA nel centro storico di Poppi. Considerando la vocazione del nuovo polo culturale, che punta al dialogo tra diverse fasce della comunità, tra vecchi e nuovi abitanti, tra residenti e turisti presenti nella vallata, Fargo ha proposto una nuova fase di “Tavola periodica”, progetto incentrato sulla sperimentazione che da tempo l’artista conduce sulla cianotipia (una tecnica, quasi un ibrido tra grafica e fotografia, basata sull’uso della luce solare). “Tavola periodica” si sviluppa come un lavoro collettivo, un laboratorio pratico e compositivo in cui i partecipanti (abitanti e studenti delle scuole secondarie) contribuiscono alla composizione dell’opera finale con la regia dell’artista. La dimensione cooperativa, in questo caso, si intreccia con l’osservazione delle forme della natura che costituiscono la principale ispirazione dell’estetica di Fargo. Il laboratorio si rivolge a persone di ogni età, indipendentemente dal background artistico, che, senza uno stringente obbligo di frequenza, potranno apprendere la tecnica della cianotipia e inserirsi nell’opera, coralmente, come le comunità fanno da secoli.
Un terzo capitolo è affidato invece alla cura di Massimo Luconi, regista teatrale che, nel ricco curriculum, conta anche esperienze artistiche in Africa e con cittadini africani in Italia. Luconi darà vita a un’azione partecipata con un gruppo di giovani migranti provenienti dal Bangladesh insieme ad altri coetanei casentinesi. Anche in questo caso l’azione prevede uno sviluppo pedagogico in cui i partecipanti potranno esprimere con esercizi e improvvisazioni corporee i traumi della partenza, del viaggio, dell’arrivo in un Paese sconosciuto. La dimensione simbolica del gesto teatrale e lo spazio protetto dell’attività pedagogica incoraggiano in questo modo la riappropriazione della fiducia in sé stessi e il miglioramento della capacità espressiva.

Calendario sintetico delle attività e delle restituzioni artistiche

Martedi 6 e mercoledi 7 Febbraio – Ex Ospedale della Misericordia di Poppi (AR)
Laboratorio dell’artista Fargo con le classi dell’Istituto Comprensivo di Poppi.
A seguire realizzazione del murale presso lo spazio CU.RA

Sabato 2 Marzo- ore 18,00 - Pinacoteca d’Arte Contemporanea di Stia
Presentazione del catalogo SUFA 2022 e del relativo video a cura di Cesare Baccheschi.

Sabato 23 Marzo – ore 16,30 - Palazzo Giorgi Via Cesare Battisti, 23 Poppi (AR)
Marina Arienzale Esteso A cura di Pietro Gaglianò

Sabato 23 Marzo – ore 18,30 – Associazione culturale Kontagio Piazza Risorgimento, 37 Poppi (AR)
Massimo Luconi Come una scheggia nella ferita Laboratorio interculturale.
Performance poetica con la collaborazione di Arianna D’Angelo.

EDIZIONE 2024

SUFA 24 – RACCONTARE LE MIGRAZIONI TRANS HUMUS. VIAGGI, ESODI E MIGRAZIONI DA E VERSO IL CASENTINO

La nuova edizione del progetto aderisce all’ampliamento della mission (sintetizzata nel rinnovato titolo SUFAplus) che punta a indagare i fenomeni migratori in una declinazione più ampia, raccontando anche i movimenti di persone da altri continenti, o dall’Italia verso l’estero o all’interno del Paese. Parallelamente viene rinforzato il rapporto con il territorio, con il Casentino, rinnovando l’impegno nel sostegno della cultura contemporanea sempre in dialogo con il patrimonio artistico e naturale. Si conferma così la vocazione alla formazione del pubblico, in una prospettiva transgenerazionale, per affiancare alle azioni di memorializzazione collettiva e di consapevolezza storica e civica il rinnovamento dei linguaggi dell’arte e la loro contaminazione. Asse centrale del progetto è la produzione di un film d’artista di Zakaria Mohamed Ali (giornalista/documentarista freelance, nato a Mogadiscio). Zakaria, che è già stato ospite di SUFA nel 2023, con una serata di proiezione delle sue opere, ha lavorato come libero professionista in Somalia durante la guerra civile prima di lasciare il suo paese nel 2008 per sbarcare a Lampedusa e poi trasferirsi a Roma, dove vive e lavora. I suoi film e documentari sono incentrati sul racconto della vita dei migranti, sulle attese nei centri di prima accoglienza, sulle difficoltà e i successi della loro vita in Italia. In questa occasione il regista verrà invitato a lavorare sulla composizione sociale e culturale del Casentino che, pure nella sua geografia appartata, è da sempre una terra di arrivi e di partenze (e simbolicamente la lista dei viaggiatori che qui hanno trovato asilo può iniziare con Dante Alighieri). Già prima della presenza dei migranti provenienti dall’Africa subsahariana, il Casentino ha attratto infatti i viaggiatori dal nord Europa, in cerca di natura, arte e spiritualità, e ancora prima ha accolto le spose calabresi dei casentinesi. A fianco di tutto questo c’è una storia di spopolamento, di partenze verso le città toscane e italiane. Zakaria Mohamed Ali verrà introdotto a tutte queste realtà, sia attraverso la lettura di documenti sia attraverso l’incontro e il dialogo a tu per tu con i testimoni di questi passaggi storici. Il programma di indagine di Zakaria si incrocia qui con l’obiettivo di riscoprire i tesori meno noti del territorio casentinese, spesso ignorati dai turisti e dimenticati dagli abitanti. Alcune tappe del percorso di Zakaria prenderanno infatti la forma di incontri pubblici, con la partecipazione libera della comunità, realizzati in luoghi appartati in forma quasi di forum, di seduta di racconto collettivo. Si definirà così una mappa di cappelle, chiese, borghi, in cui l’artista e il gruppo curatoriale / organizzativo incontreranno persone collegati a specifici gruppi sociali e un pubblico più vasto. L’altro campo di azione di SUFA, la formazione e il sostegno agli artisti di recente generazione, trova spazio in un seminario, della durata di un giorno, che Zakaria terrà a beneficio di un gruppo di giovani interessati nello storytelling, nei linguaggi multimediali del contemporaneo.

28 settembre 2024 

Migrazione, Memoria e Arte della Narrazione nel Cinema - Seminario per giovani artisti dalla totale durata di 4 ore (orario 10:00 - 13:00 e 15:00 - 16:00). Presso Hymmo Art Lab. Via Monte n.3 Pratovecchio - Pratovecchio Stia AR. Facilitatore: Zakaria Mohamed Ali. Partecipano inoltre Pietro Gaglianò, curatore del progetto e rappresentanti dell’Ecomuseo del Casentino UCMC, dell’associazione Hymmo Art Lab e dell’Archivio Memorie Migranti, Roma. Il laboratorio "Migrazione, Memoria e Arte della Narrazione nel Cinema" offre un'immersione nel linguaggio cinematografico come strumento per raccontare storie di migrazione e memoria personale. Attraverso la visione di documentari selezionati e un percorso pratico di scrittura e narrazione, i partecipanti esploreranno tecniche espressive e drammaturgiche, trasformando esperienze di vita in sceneggiature cinematografiche.

Informazioni e iscrizioni: 0575 507272 Centro Servizi Rete Ecomuseale del Casentino, ecomuseo@casentino.toscana.it

10 Novembre 2024

Presentazione del video SUFA 2024 - narrare le migrazioni - TRANS HUMUS. Viaggi, esodi e migrazioni da e verso il Casentino, presso il Castello dei Conti Guidi di Poppi, Ar – Salone delle Feste. Ore 16,00 – Saluti Istituzionali, a seguire proiezione del Video. Saranno presenti il regista Zakaria Mohamed Ali e il curatore Pietro Gaglianò.

Informazioni: 0575 507272 Centro Servizi Rete Ecomuseale del Casentino, ecomuseo@casentino.toscana.it

 

 

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